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DAZI DOGANALI
Imposte che colpiscono le merci al momento del loro
passaggio da uno stato all'altro. Per dogana s'intende l'ufficio cui spetta
il compito di controllare il movimento delle merci e riscuotere i diritti
dovuti. La distinzione tra dazi esterni (o doganali) e dazi interni
(pagati al passaggio del confine amministrativo del comune) non appariva
evidente nell'antichità. I dazi doganali infatti risultavano spesso
confusi con le tasse di pedaggio e quelle di vendita sui mercati. Classificabile
come imposta doganale sembra quella percepita ad Atene nel porto del Pireo.
Nell'antichità romana presero corpo le distinzioni fra interessi
particolari e interessi generali dello stato e quindi tra i due tipi di
dazi. Il dazio interno differiva infatti dalla dogana in quanto le rendite
a esso pertinenti andavano a profitto della città anziché
dello stato. Durante l'alto Medioevo e l'età comunale dazi di confine
e dazi interni tornarono di nuovo a essere confusi. È in collegamento
con le città, e soprattutto con le città mercantili, che a
partire dal XII secolo si sviluppò un vero sistema doganale. Le città
si evidenziarono come il luogo per eccellenza per l'esazione di questi diritti.
In questo stesso periodo si diffuse il termine dogana, di origine araba,
dapprima nei paesi dell'Occidente soggetti alla dominazione musulmana e
poi nelle città marittime collegate al mondo arabo. Il suo significato
era limitato a quello di fondaco o magazzino, in cui i mercanti dovevano
depositare le merci importate in attesa di pagare i diritti fiscali sulle
merci stesse. Con il moltiplicarsi dei rapporti commerciali il sistema delle
dogane cittadine si complicò e a limitarne gli inconvenienti si provvide
con trattati di commercio e con le franchigie delle fiere. In questo periodo
la politica doganale non aveva motivazioni economiche ma fiscali. La trasformazione
del sistema doganale è collegata alla formazione delle signorie,
dei principati regionali e degli stati nazionali. Con tempi e modalità
diversi essi si orientarono progressivamente nella direzione della liberalizzazione
del mercato interno, nella formazione di un sistema di dogane ai confini
dello stato e nel rafforzamento di una politica doganale sempre più
improntata a criteri protezionistici. In età contemporanea, soprattutto
dopo la Seconda guerra mondiale, questi criteri vennero aboliti o fortemente
attenuati dalla maggioranza dei paesi capitalistici, tendenti a riunirsi
in aree di libero scambio (Cee, Efta ecc.).
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